Radar e sistemi di difesa. Così Leonardo si rafforza in UK (aspettando il Tempest)

Radar e sistemi di difesa. Così Leonardo si rafforza in UK (aspettando il Tempest)

di Stefano Pioppi

 

Due annunci rilanciano Leonardo e la Difesa italiana nel Regno Unito: una nuova partnership tra l’azienda e le forze armate britanniche, e l’adesione italiana allo sviluppo del radar di nuova generazione per gli Eurofighter. Il tutto mentre a Londra è in corso il salone “Dsei”, che riunisce da oggi a venerdì il mondo della difesa e sicurezza, apertosi a sua volta con due annunci rilevanti per il comparto britannico.

In mattinata il ministro per il procurement Jeremy Quin ha illustrato il piano da 72,5 milioni di sterline per il programma “Directed energy weapons”, teso a finanziare i test della Marina e dell’Esercito britannici su armi laser e in radio frequenza, uno dei campi a rapido sviluppo tecnologico. Poco prima il titolare del dicastero Ben Wallace aveva presentato il nuovo “National shipbuilding office”, l’ufficio che dovrà diventare “centro strategico per guidare la trasformazione dell’impresa cantieristica navale”. Il riferimento strategico è il “Defence Paper” firmato a marzo da Wallace, un documento che discende direttamente dalla “Integrated Review – Global Britain in a Competitive Age”, presentata una settimana prima da Boris Johnson. La Global Britain rilancia le ambizioni di Londra sulla scena internazionale, ed è dunque accompagnata dall’intenzione di rilevante modernizzazione militare. Ciò tocca evidentemente anche i solidi rapporti nel campo con l’Italia, da cui i due annunci odierni di Leonardo.

Il primo riguarda l’accordo di partenariato strategico che l’azienda ha siglato con la Royal Air Force e due uffici del ministro della Difesa: il Defence equipment & support (De&s) e il Defence science and technology laboratory (Dstl), il centro che si occupa di ricerca avanzata in campo militare e che solo poche settimane fa ha avviato “la più grande campagna di reclutamento degli ultimi anni”, aprendo un bando per assumere trecento tra fisici, scienziati, ingegneri e esperti di nuove tecnologie. In base all’accordo odierno, Leonardo lavorerà con le strutture della Difesa UK e con altre industrie britanniche per sviluppare ulteriormente sistemi di protezione integrati a livello di piattaforma destinati agli aerei britannici. Al centro del sistema c’è il “Modular advanced platform protection system” (Mapps) di Leonardo, che già fornisce capacità integrate di protezione dei velivoli del Regno Unito, tra Eurofighter, aerei di sorveglianza Shadow R2, di allerta E-7 Wedgetail, e una molteplici di elicotteri.

Il nuovo accordo ha la forma dello “strategic partnering arrangement” con la Difesa britannica, già utilizzata nel 2016 per sancire la collaborazione decennale sullo sviluppo dei requisiti della futura piattaforma ad ala rotante e relative opportunità di export. Con il nuovo accordo si passerà a “una visione condivisa sulla protezione dei velivoli dalle minacce attuali e future”. L’obiettivo è lo sviluppo dello “UK App”, un equipaggiamento in grado di rilevare, identificare e sconfiggere le minacce, anche con il lancio automatico di contro-misure (tra cui laser ad alta potenza per proteggere da missili che ricercano il calore, e jamming contro le minacce radio-guidate). Coinvolti per Leonardo i siti di ricerca e produzione di Edimburgo e Luton.

Il secondo annuncio di giornata per Leonardo riguarda l’adesione dell’Italia allo programma del Regno Unito per lo sviluppo del nuovo “European common radar system mark 2” (Ecrs Mk2), il radar di nuova generazione destinato all’Eurofighter. La collaborazione sarà avviata in autunno, e vedrà un team di ingegneri provenienti dal sito Leonardo di Nerviano (in provincia di Milano) raggiungere i colleghi impegnati sull’Mk2 nel sito dell’azienda a Edimburgo. La formazione del team industriale segue lo “statement of principles” sottoscritto dai ministeri della Difesa di Italia e Regno Unito, in vista della piena partecipazione della Penisola al programma che, oltremanica, procede verso la consegna del sistema a BAE Systems per l’integrazione sul velivolo e le prime prove in volo nel 2022.

Intanto, al salone Dsei gli occhi restano puntati sul Tempest, il cui modello concept è esposto nello stand del team industriale. Accanto alla bandierina del Regno Unito ci sono quelle Svezia, Italia e Giappone, i tre Paesi che hanno sottoscritto l’intenzione di procedere nello sviluppo del velivolo di sesta generazione proposto dai britannici. Per quanto riguarda il nostro Paese, nel documento pluriennale della Difesa 2021-2023 pubblicato a inizio agosto dal ministro Lorenzo Guerini  per il programma si prevedono due miliardi di euro, spalmati in quindici anni, con 20 milioni nel 2021, altrettanti nel 2022 e 2023, e il grosso previsto tra 2027 e 2035. La partecipazione “garantirà  all’Italia – si legge nel documento – l’esclusivo accesso ad un progetto di eccezionale ambizione e destinato ad avere risvolti non solo nell’ambito tecnologico militare ma anche a favore della crescita sistemica delle più diversificate filiere produttive operanti nel settore della digitalizzazione”.

A fine luglio il ministro della Difesa britannico ha assegnato un contratto da 250 milioni di sterline al “team Tempest” lato Regno Unito, guidato da BAE Systems con Rolls Royce, Leonardo UK e MBDA UK. Rientra in un piano di investimenti da due miliardi di sterline in quattro anni. A luglio 2020, in occasione del salone di Farnborough (seppur in versione digitale), le industrie di Regno Unito, Italia e Svezia hanno avviato formalmente un gruppo di lavoro congiunto. Partecipano per ogni Paese le principali aziende del comparto aerospaziale, Leonardo, Elettronica, Avio Aero e MBDA Italia per il nostro Paese. L’intesa industriale è stata il frutto della strada tracciata dai rispettivi governi nel corso del 2019, con due diverse dichiarazioni di intenti tra Londra e Roma, e tra Londra e Stoccolma, prodromiche al memorandum dello scorso dicembre. In tale occasione palazzo Baracchini spiegava che sarebbero seguiti più avanti i “project arrangement” e la fase di “full development”, attualmente prevista a partire dal 2025.

Al salone Dsei c’è anche un modellino del Mosquito, il drone da combattimento che dovrà affiancare il Tempest. Lo scorso febbraio la Difesa britannica ha assegnato 30 milioni di sterline a Spirit AeroSystems per avviare la progettazione di una flotta di velivoli a guida autonoma, in grado di interfacciarsi direttamente con il velivolo di sesta generazione. D’altra parte il progetta rientra nella categoria “sistema di sistemi”.

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