‘Space Economy e sostenibilità: sfide tecnologiche e opportunità’, evento organizzato al Talent Garden di Napoli nell’ambito della collaborazione tra il DAC–Distretto Tecnologico Aerospaziale della Campania, è stata l’occasione di un confronto a più voci sulla realtà e le prospettive di uno dei comparti più significativi della regione. Secondo i dati presentati da Massimo Deandreis, Direttore Generale del Centro Studi SRM di Intesa Sanpaolo, l’aerospazio della Campania ha visto crescere nel 2022 le proprie esportazioni internazionali del 20 per cento, un dato superiore a quello italiano del 19 per cento e ben oltre il 14 per cento della media del Sud del Paese. Il saldo è positivo, l’export dell’aerospazio campano rappresenta il 459% dell’import, contro il 210% della media italiana e il 238% del Sud.
“L’aerospazio della nostra regione esporta in ben 88 paesi del Mondo – sottolinea Luigi Carrino, Presidente del Distretto Aerospaziale della Campania -. Bisogna tener conto che per ogni 100 euro di valore aggiunto attivato dalla produzione aerospaziale sul territorio, l’effetto endogeno, cioè ciò che resta per la ricchezza della regione, è pari a 94,1 €, dato ben superiore ai 55,2 euro del settore automotive e dei 53,9 euro del settore alimentare”.
Un settore, dunque, sempre più distintivo nel panorama nazionale e capace di creare valore aggiunto all’economia della Campania per 880 milioni, e dell’intero Mezzogiorno, superando il miliardo e mezzo di euro.
“L’accordo con il Distretto Aerospaziale della Campania, siglato poco più di un anno fa, rafforza ulteriormente il nostro supporto per accelerare la crescita dell’intera filiera del comparto – spiega Giuseppe Nargi, Direttore regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo – La collaborazione con il DAC permette infatti di favorire i processi di sviluppo tecnologico e di internazionalizzazione delle imprese della Space Economy attraverso nuovi strumenti finanziari studiati per rispondere efficacemente alle loro esigenze. Siamo fermamente convinti nel percorso di accompagnamento del settore manifatturiero del Mezzogiorno, in particolare in un ambito a forte contenuto di innovazione come quello aerospaziale”.
“L’aerospazio è la filiera guida della manifattura in Italia – aggiunge Carrino -. Stiamo vivendo, in questo settore, una contingenza particolarmente felice: la gente ha ripreso a viaggiare, gli ordini sono ripartiti, le aziende sono alle prese con molte commesse, ma questo settore, più di altri, richiede che si guardi al domani mentre si vive il presente. E su questo siamo molto in difficoltà: mentre in altri Paesi, in Europa e nel Mondo, si sta lavorando allo sviluppo dei nuovi velivoli, di quelli di prossima generazione che nei prossimi quindici anni saranno immessi sul mercato, l’Italia non ha investito un euro sulla ricerca e lo sviluppo dei nuovi velivoli, non ha scritto la parola aeronautica nemmeno in un rigo del suo PNRR, a differenza di quello che ha fatto la Francia, la Germania e l’Inghilterra. Se l’Italia non deciderà di fare politiche a sostegno di questo settore, oppure rischiamo di vivere solo questo felice presente, salvo ritrovarci, tra qualche anno, in una situazione complicata”.